Chiaramonti il Castello e le janas cosa vedere
Chiaramonti è un piccolo paese del Nord Sardegna, prende nome dalla collina sulla quale è stato costruito il borgo antico attorno al Castello dei Doria.
La storia di questo centro parla di un gruppo di superstiti scampato dalla pestilenza che si rifugio su questa montagna e fondò il centro abitato.
Nella parte alta del paese sono presenti le rovine di un castello medioevale che apparteneva alla famiglia dei Doria, proprietari terrieri di grande parte della regione storica dell’Anglona e provenienti dalla Liguria. Dal Castello è possibile avere una panoramica delle vallate sulla quale in epoca remota si esercitava il controllo del territorio.
Le vallate del territorio comunale erano abitate fin dal neolitico, testimonianza di ciò il numeroso patrimonio archeologico fatto di oltre venti domus de janas tra cui la necropoli di su Murrone, cento Nuraghi e tombe dei giganti.
Maestri nell’artigianato erano famosi per i manufatti tessili ricami e tappetti, ancora oggi sono numerosi gli artigiani che riprendono queste antiche lavorazioni.
Il centro storico più interessante si trova proprio sotto il castello, piacevole camminare tra le viuzze antiche del borgo intorno alla chiesa del Carmelo, risalente al XVI secolo.
IL CASTELLO DEI DORIA
Costruito nel XII secolo dalla famiglia Genovese dei Doria, faceva parte di numerose fortificazioni, elevate per il controllo del territorio, una di queste era anche Castelgenovese ovvero l’attuale Castelsardo.
Nel 1348 il castello fu conquistato dagli Aragonesi affidato tramite accordi politici a Brancaleone Doria marito storico della Giudicessa Eleonora D’Arborea.
Dopo varie dispute il Castello fù riconquistato dagli Aragonesi che lo convertirono in Chiesa prima del totale abbandono.
DOMUS DE JANAS DI SU MURRONE
Risale al 3200 a.c. e sorge su una grande placca trachitica sulla quale gli antichi sardi scavarono almeno cinque Domus de Janas.
All’interno sono presenti raffigurazioni Taurine che rappresentavano il Dio Toro o la fertilità, il tetto a doppio spiovente e le camere erano dipinte con l’Ocra rossa, colore che rappresentava il sangue della rinascita, su alcuni punti si intravedono ancora i resti.