Le Domus de Janas della Sardegna
Domus de Janas sono delle tombe preistoriche presenti in Sardegna scavate interamente nella roccia che risalgono al periodo neolitico datato 3300-2000 a.c.
Queste strutture presenti in tutto il territorio sardo sono presenti in alcuni casi isolati, in altri casi in raggruppamenti anche di oltre 40 tombe, tali da formare una grande necropoli, cimiteri sotterranei a disposizione dei villaggi che sorgevano poco distanti.
Se ne contano oltre i 2500 la maggior parte ancora sepolta nel sottosuolo, ancora da scoprire, numerosi misteri da svelare.
Queste antichissime Domus de Janas vengono attribuite alla cultura di San Ciriaco (3400-3200) ed alla Cultura di Ozieri 3200-2800, di questi popoli sappiamo che erano un popolo pacifico, adoratore del Sole e del Toro, che corrispondeva alla forza maschile, e della Luna e la Madre terra, simbolo di fertilità femminile.
LA SIMBOLOGIA
Testimonianze del culto del sole e della luna sono le numerose raffigurazioni taurine all’interno delle Domus de Janas, il loro orientamento al 95% dei casi, le aperture, sono esposte verso L’alba o il Tramonto.
Numerose sono le statuine rappresentative della Dea Madre ritrovate nelle sepolture e nei luoghi di culto.
Le Domus sono spesso ricchi di simboli legati alla sacralità dell’acqua e del fuoco come elementi purificatori, la maggior parte delle Domus sono inondate dall’acqua per via di canalette, oppure spesso sono presenti dei focolai ove venivano accesi dei fuochi.
Oltre al Toro alcune domus presentano il simbolo del crescente lunare, la luna che comanda le acque del mare ed il ciclo mensile femminile. La luna era osservata speciale anche in agricoltura, infatti i contadini aravano e mietevano solo con la nuova luna
Altro simbolo ricorrente la spirale simbolo del ciclo della Vita che nasce, muore, rinasce, scolpito avvolte semplicemente sulla roccia oppure disegnato con l’Ocra, quest’ultima simbolo del sangue viene spesso usato per pitturare la Domus.
Altri simboli sono il capovolto che rappresenta l’antenato a testa in giù verso il mondo ultraterreno, altri simboli ritrovati sono : la clessidra, la losanga, I denti del Lupo, la scacchiera e la falsa porta, quest’ultima rappresentava il passaggio dal terreno all’ultraterreno.
I RITI RELIGIOSI
Alcune di queste Domus sono dotate di Anticamera e cortile dove probabilmente avvenivano dei riti religiosi si invocava lo spirito del defunto e delle divinità al fine di proteggere la vita.
A tale tesi sono stati rinvenute numerose offerte votive quali conchiglie e resti di animali, spesso si usava mangiarli, probabilmente avvenivano anche dei riti quali la danza il canto, un pò come nelle usanze paesane ancora vive in Sardegna.
I defunti sono stati ritrovati insieme al loro corredo e oggetti di proprietà del defunto, piccoli utensili, spesso il corpo veniva posto in posizione fetale, delle volte si praticava il rito della scarnificazione, ovvero si riponevano nelle domus solo le ossa e le si dipingevano di Ocra.
LA CASA DELLE FATE
Domus de Janas in italiano vuol dire casa delle fate, il nome è legato a numerose leggende sulla presenza in questi luoghi di piccole fate un pò streghe a metà strada tra un demone ed una divinità, capaci di perfidi poteri magici e che dimoravano all’interno di queste grotte.
IL RIUTILIZZO
Spesso riutilizzate nel tempo come abitazioni, in alcuni casi come, negozi, prigione o sede di partito come nel caso della Domus de Janas di Sedini.
A Sant’Andrea Priu la Domus fu trasformata ai tempi dei Romani in chiesa rupestre abbellita con degli affreschi.
La pratica di convertire i luoghi di culto pagani con luoghi di culto di altre religioni era la prassi per molto tempo, ciò permetteva di convertire le usanze pagane alla nuova religione.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Considerate nel gergo comune popolazioni primitive, avevano in realtà grandi capacità astronomiche, abituati ad usare la testa, probabilmente più di qualsiasi uomo moderno di oggi, ad esso era legata la sopravvivenza individuale.
Il loro rito legato ai morti e alla madre terra, presupponeva il rispetto della stessa come generatori di vita e di bellezza. Avevano una forte e potente capacità spirituale, in parte dimenticata ed in parte trova numerosa corrispondenza con le moderne religioni e le usanze di oggi.
“Passavamo sulla terra leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta. A parte la follia di ucciderci l’un l’altro per motivi irrilevanti, eravamo felici.”
Cit. Sergio Atezi, libro passavamo sulla terra leggeri