Sa Filonzana maschera tradizionale Sarda
Sa Filonzana è una maschera caratteristica Ottanese, unico personaggio femminile del Carnevale Sardo.
Rappresenta un’anziana gobba vestita di nero intenta a filare la lana, il filo rappresenta la vita che può essere spezzata in qualsiasi momento.
In realtà Sa Filonzana ricorda molto le Moire greche e le Parche Romane, figure mitologiche, considerazione dovuta anche dalle reciproche influenze che le civiltà hanno avuto negli anni della civiltà Nuragica e successiva.
La leggenda Sarda vuole che l’anziana (che in realtà è un uomo travestito poiché le donne non potevano partecipare al rito) tesse di continuo il filo della vita, ma è pronta a tagliarlo con le forbici in qualsiasi momento a chi non le porta rispetto.
Pare la figura fosse stata utilizzata in passato per una buona riuscita delle questue,a chi non le spalancasse le porte della casa, era pronta ad elargire malauguri.
I cortei di Ottana sono sempre accompagnati da questa figura inquietante che tesse di continuo la lana, e durante l’evento ordina i Boes (altra figura Ottanese che rappresenta l’animale) di morire, questi cadono a terra, e si rialzano simboleggiando il ciclo della vita.
I BOES E MERDULES
Sono le maschere del carnevale Ottanese e simboleggiano il conflitto Uomo contro Animale.
Il merdules (il mandriano) cerca di prevalere sul Boes (animale Bue), nel corteo i Merdules inseguono e catturano l’animale (Boes) al fine di addestrarlo.
Le maschere di legno sono di Pero selvatico e vengono incise e lavorate a mano dai maestri del Legno Ottanesi.
LE PARCHE GRECHE
Dette Moire nel (Teogonia di Esiodo) sono figure mitologiche che rappresentano le figlie di Zeus e di Temi, essa erano la personificazione del destino, tessevano il filo del fato, lo avvolgevano e poi lo recidevano segnandone la morte.
Interessante relazione tra Nuragici, antichi Greci, latini e civiltà del Mediterraneo, difficile affermare chi abbia influenzato l’altro, dagli studi moderni emerge una civiltà Sarda all’epoca molto più “influencer nel Mediterraneo” di quella che rappresentano i libri “tradizionali” di storia